Roberto Sergio nuovo amministratore delegato Rai. Il conto alla rovescia è iniziato

1 year ago 48

Si stanno sistemando tutti i tasselli per chiudere la partita del nuovo amministratore delegato della Rai, prevista entro questa settimana. O al più tardi nei primi giorni della prossima.


Ieri mattina Carlo Fuortes ha rassegnano le inaspettate dimissioni da amministratore delegato lasciando stupefatti gli ignari consiglieri e la presidente, Marinella Soldi, che ieri pomeriggio ha inviato al ministro del Mer, Giancarlo Giorgetti, da cui dipende la Rai, una lettera per comunicare le dimissioni dell’Ad con l’invito a riattivare la procedura di nomina.
Se si dimette un consigliere della Rai la regola è di ripercorrere la stessa procedura seguita per la nomina, come vuole la legge sulla governance del servizio pubblico varata dal governo Renzi. L’Ad è nominato da una delibera del Consiglio dei ministri che approva l’indicazione del Mef. Si immagina quindi che oggi o domani Giorgetti indichi il nome del nuovo amministratore delegato con l’obiettivo che il Consiglio dei ministri, in calendario giovedì, ne deliberi l’approvazione.


Il nome del successore di Fuortes è ormai senza alcun dubbio quello di Roberto Sergio, l’attuale direttore di Radio Rai, che avevamo indicato più di due mesi fa.


Teoricamente è possibile che già il prossimo venerdì si possa svolgere l’Assemblea dei soci che nomini Sergio, come nuovo componente del Cda, candidato alla poltrona di amministratore delegato. Se così fosse nella stessa giornata si potrà tenere il Cda Rai per votare la nomina assegnando al manager le deleghe da amministratore delegato.
Se tutto dovesse svolgersi senza intoppi, entro venerdì la Rai potrebbe avere il nuovo Ad o al più tardi lunedi o martedi della settimana entrante. Durante la stessa riunione del Cda che gli darà i poteri da amministratore delegato, Roberto Sergio comunicherà la decisione di procedere all’assunzione di Giampaolo Rossi con l’incarico di direttore generale della Rai.


Il tandem Roberto Sergio, e Giampaolo Rossi, molto affiatato, ha costruito l’iter del passaggio dalla gestione Fuortes, che avrebbe fatto riferimento al centro sinistra, alla nuova governance riferimento del centro destra. Sergio è un manager Rai di lungo corso, che comincia nel 2004 nell’area del New Media, poi presidente della Sipra e di Raiway, quindi dal 2017 direttore della Radio di cui ha fatto una profonda trasformazione e svecchiamento. Di estrazione democristiana, amico da sempre di Pier Ferdinando Casini, Sergio è un manager intelligente navigatore, ben considerato a destra ma con buoni rapporti anche a sinistra.


Giampaolo Rossi, consigliere di Giorgia Meloni sulle questioni dei media e del servizio pubblico, conosce molto bene la Rai avendo trascorso dieci anni a viale Mazzini come presidente di Rainet agli albori della trasformazione digitale. Poi Rossi ha fatto parte del Cda in quota FdI (dal 2018 al 2021) – anni in cui ha fatto coppia stretta con l’allora amministratore delegato Fabrizio Salini, di nomina pentastellata, appoggiando con vigore il suo progetto di rinnovare l’offerta televisiva con la riorganizzazione dei Generi. Una rivoluzione molto complicata messa poi malamente
in atto da Fuortes. Rossi riconfermato dalla Meloni per un successivo mandato nel Cda ( nato sotto Draghi presidente del Consiglio) era stato escluso dai partiti del centrodestra, Forza Italia e Lega, con decisione autolesionista.
Su Rossi, in vista della sua incoronazione come primo uomo di destra ai vertici del servizio pubblico, c’è un ‘attenzione sospettosa anche a causa di sue prese di posizioni discutibili e un po’ complottiste, anche inneggianti a Putin, col suo blog rimasto fermo al 2018. Sicuramente dovrà stare attento a come comportarsi per il rischio che, anche decisioni all’insegna del buon governo dell’azienda, non vengano interpretate come sopraffazioni di stile fascista.

Sergio e Rossi dovranno agire velocemente per riattivare la macchina aziendale che dal Festival di Sanremo è ferma. Primo compito sarà risolvere il nodo dei palinsesti della prossima stagione ancora incompleti, da presentare ai clienti di Rai Pubblicità a luglio.


Alla Rai il cambiamento comincia dagli organigrammi e quindi dalle nomine che proprio per la scadenza ravvicinata dei palinsesti devono essere fatte velocemente. Tempo massino la fine di maggio. Se la tabella di marcia sarà rispettata, il neo amministratore Sergio cercherà di utilizzare già la finestra del Cda di giovedi 18 maggio per portare all’esame dei consiglieri gran parte, o forse tutte, le nomine sia editoriali ch delle testate. Ballano ancora alcune caselle da coprire, ma molte sono stabilite. Il partito democratico teme l’epurazione vediamo cosa accadrà.


Una prima novità è che sarà una donna il capo dello staff di Sergio: Paola Marchesini sostituirà Giuseppe Pasciucco ex capostaff di Fuortes. La Marchesini attuale direttore di Radio 2, dove ha fatto bene, è molto stimata da Sergio, preparata sia sul fronte gestionale che editoriale, ha relazioni a 360° ed è anche ben vista a sinistra. Cosa che torna comodo al neo ad.

Nell’area editoriale ci sarà un rimescolamento nelle direzioni dei Generi. Come prima cosa è certo che Stefano Coletta, direttore dell’Intrattenimento e già direttore di Raiuno di Raitre, molto ascoltato da Fuortes, vicino al Pd, ai renziani e anche ai Cinque stelle, lascera’ la direzione che dotata di un budget importante ha in mano i rapporti con i grandi gruppi di produzione che dominano la realizzazione della maggioranza dei programmi di prime time Rai. Il candidato alla successione è Marcello Ciannamea, attuale direttore Distribuzione, una lunga esperienza ai vertici nel marketing e del coordinamento palinsesti, un bravo manager portato in palma di mano da Matteo Salvini
La logica di Sergio è di cambiare i direttori e di trovare parallelamente un incarico per i rimossi. Coletta quindi andrà a capo della direzione Marketing. L’attuale direttore del Marketing Roberto Nepote, arruolato da sempre dell’area di centrodestra, è destinato alla presidenza di Rai Pubblicità dove l’attuale amministratore delegato Gian Paolo Tagliavia dovrebbe mantenere il ruolo.


Si sposta anche Simona Sala lasciando Rai Day Time, direzione molto impegnativa, dove si trovava un po’ come un pesce fuor d’acqua. Già direttore della testata del Giornale Radio e di Radio Uno e poi del Tg3, Sala, simpatie dem però nominata alla Radio in quota 5 Stelle, adesso ci farà ritorno come direttore di Radio 2, al posto di Marchesini.
Angelo Mellone, già vice al Day time e meloniano doc., le succede alla direzione. Una storia di vicedirettore di Raiuno, dove ha riorganizzato le Linee (verde, bianca e blu) con risultati positivi, Mellone aspirava da tempo ad una direzione, anche sem non fa mistero di coltivare obiettivi molto ambiziosi.

Dovrebbe invece restare a Rai Fiction Maria Pia Ammirati, ex direttore delle Teche e un lungo trascorso a Raiuno da vicedirettore di ‘Uno mattina’ e ‘Vita in diretta’, nonostante appartenga all’area dem e sia stata voluta alla guida della direzione da Dario Franceschini. Sergio la vorrebbe mantenere nella posizione dove ha fatto un buon lavoro, ma il condizionale è d’obbligo dato che l’assetto complessivo del nuovo organigramma non è ancora chiuso e Rai Fiction suscita potenti appetiti. E’ noto che Salvini voglia portare sulla poltrona della Ammirati Fabrizio Zappi, attuale direttore di Rai Documentari.

Gian Marco ChiocciGian Marco Chiocci


Nell’area editoriale resta ancora top secret invece a chi andrà la Distribuzione che è la direzione chiave per far girare la riorganizzazione per generi, il cui funzionamento deve essere molto da migliorato.
Passando alle testate giornalistiche – oggetto di aspre contese tra i partiti – sembra deciso l’arrivo al Tg1 di Gian Marco Chiocci, direttore di Adnkronos e già direttore del Tempo. Un giornalista molto combattivo e poco istituzionale vicino al centro destra, che dicono abbia rapporti di amicizia con Meloni. Chiocci viene dato vincente rispetto a Nicola Rao, da pochi mesi direttore del Tg2 anche lui vicino alla premier e in predicato per il Tg1. Rao dovrà lasciare il Tg2 che, per un problema di equilibri tra i partiti di governo, viene rivendicato da Forza Italia per il direttore di Rai Parlamento Antonio Preziosi. Per Rao si parla della direzione dell’Approfondimento, ruolo politicamente e gestionalmente delicato perché controlla i talk e gli approfondimenti giornalistici, da Report a Porta a Porta, In Mezz’ora, Cartabianca, Agorà, Il Cavallo e la Torre, gestisce i pezzi da novanta dei giornalisti collaboratori a contratto Rai, tutti simpatizzanti di sinistra. Finora era responsabilità di Antonio Di Bella, esperto direttore e navigatore (Tg3, testata regionale, Rai News 24 oltre che corrispondente dall’America e direttore di Raitre), che ha raggiunto l’età del pensionamento e deve lasciare la Rai. Alla direzione Approfondimento è contesa punta Paolo Corsini, anche lui Fratelli di Italia, già vicedirettore di Raidue con delega all’informazione, in p una lunga storia giornalistica alla Radio e a Rai Parlamento, Corsini è uno dei vice di Di Bella con un ruolo di primo piano.


Se Chiocci arriverà al tg ammiraglio cosa sarà di Monica Maggioni, una delle donne potenti a Viale Mazzini, ex presidente della Rai, messa alla guida del Tg1 dal governo Draghi? La sua destinazione molto onorevole sarà la direzione Editoriale per l’Offerta informativa al posto di Giuseppina Paterniti, che va in pensione, e avrà in dote anche un programma politico forse su Raidue.


Resta al Tg3 Mario Orfeo, l’indiscusso migliore direttore giornalistico della Rai (sperimentato anche alTg1 e Tg2), direttore generale dopo l’uscita di Campo Dall’Orto, e per pochi mesi anche responsabile dell’Approfondimento dove Fuortes lo aveva voluto e, dopo scontri feroci, rimosso.


Nel gioco delle assegnazioni dei telegiornali rientra anche Giuseppe Carboni, l’ex direttore del Tg1 portato dai 5 Stelle, messo in panchina da Fuortes per mettere Monica Maggioni e lasciato disoccupato. Oggi è in predicato per andare alla direzione di Rai News 24 o a Rai Sport. La sua nomina sancirà una sorta di pace tra il partito di Giuseppe Conte, rappresentato in consiglio Rai da Alessandro Di Majo, e i nuovi vertici in arrivo.

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