L'incendio all' ospedale di Tivoli è solo l'ultimo anello di una catena di episodi, quali ad esempio le tre ore di attesa alla stazione Termini per un'ambulanza o le tante aggressioni nei pronto soccorso a causa dei tempi infiniti di attesa, sono conseguenza di una scelta precisa, di una follia che ha accomunato tutti i governi che si sono succeduti negli ultimi 25 anni e hanno alla base una sola ed unica motivazione: la lucida scelta politica di indebolire e depotenziare il Servizio Sanitario Nazionale e favorire la sanità privata.
Da esempio in quanto a efficienza, capacità di erogare la cura a prescindere dal reddito, elevato standard di presa in carico delle necessità e dei bisogni della popolazione, in poche parole da Servizio Sanitario imitato e preso come modello di riferimento al fallimento attuale il passo è stato breve.
Anni di tagli indiscriminati hanno generato, inevitabilmente, il proliferare delle esternalizzazioni e degli affidamenti dei servizi tecnici e manutentivi mediante appalti e sub appalti al minor costo con l'unico risultato di veder compromessa la sicurezza degli operatori sanitari e, come nello sciagurato incendio di Tivoli, dei pazienti.
L'incendio all' Ospedale di Tivoli poi, oltre a sbattere prepotentemente in prima pagina la mancanza di sicurezza e il mancato rispetto delle norme, ha riesumato per un attimo dall'oblio nel quale erano precipitati, gli operatori sanitari, gli infermieri, i dimenticati "eroi" dell'emergenza Covid.
Infatti sia il Presidente della Regione Roma che il Ministro della Salute Schillaci si sono sperticati, con la solita stanca, trita e insopportabile retorica, negli elogi al personale sanitario, alla disponibilità e prontezza dimostrate nel mettere in sicurezza i pazienti.
Parole vuote alle quali, chiaramente, non seguiranno i fatti e ancora una volta gli "eroi" dovranno fare i conti con un rinnovo contrattuale ampiamente insufficente a garantire il recupero dell'inflazione, con la prospettiva di vedersi decurtata la pensione per via dell'ennesima modifica in discussione in parlamento e con le assurde condizioni di lavoro alle quali sono costretti a causa di assunzioni fatte con il contagocce a causa dell'anacronistico tetto di spesa per il personale. In sintesi, gli operatori sanitari tutti, dovranno continuare a fare i conti con le contraddizioni generate dalla gestione della sanità e della salute pubblica basata solamente sulla sostenibilità economica.
Quindi, al di là delle indagini per capire le cause, un ospedale che brucia è comunque colpa dei tagli fatti, così come i tempi inadeguati di soccorso dei mezzi di emergenza e delle attese infinite per una visita o un esame e la carenza di medici e infermieri è colpa degli stipendi ridicoli concordati con i soliti sindacati di comodo.
È comunque colpa di uno Stato che ha scelto di trasformare la sanità in una azienda che ormai è al pari di qualunque SPA e dove le professionalità sanitarie si ritrovano come alla macchina della catena di montaggio costretti a produrre cure invece di garantire salute.
Riprendiamoci il nostro diritto alla salute e il nostro salario adeguato e un lavoro pieno di dignità.
Riprendiamoci quel servizio sanitario che è stato un esempio nel mondo.
USB Sanità