Sentenza Corte di Giustizia Ue: nessuna caccia al lupo se lo stato di conservazione della specie a livello nazionale è insoddisfacente.
Legambiente: “Rafforzato il principio di tutela della biodiversità, la fauna selvatica ha un ruolo fondamentale nella salvaguardia degli ecosistemi naturali, essenziali per nostra resistenza ai cambiamenti climatici”.
Necessario quindi cogliere il monito della Corte di Giustizia Ue contro gestioni basate su paura e politiche che negano il grande valore della biodiversità.
“Con la sentenza della Corte di Giustizia dell’Ue viene stabilito il no alla caccia del lupo a fronte di uno stato di conservazione insoddisfacente a livello nazionale, fissandosi quale priorità assoluta la tutela della biodiversità, di specie e di habitat di interesse comunitario – così Stefano Raimondi, responsabile nazionale biodiversità di Legambiente, commenta la decisione dei giudici di Lussemburgo chiamati a pronunciarsi su un ricorso presentato contro il piano faunistico venatorio territoriale, proposto in Spagna dalla Comunità autonoma di Castiglia e Leòn – La decisione della Corte Ue vale anche nel caso la specie selvatica non benefici di una rigorosa tutela nella regione perché, in conformità a quanto viene stabilito nella direttiva Habitat, le misure di gestione del lupo, tra cui la caccia, devono in ogni caso rispettare il più importante principio del mantenimento o del ripristino della specie in uno stato di conservazione soddisfacente. Questi fondamentali obiettivi li ritroviamo anche nella strategia dell’UE sulla biodiversità per il 2030, in cui si parla di mantenimento e di ripristino della biodiversità e di ecosistemi sani per contribuire a rafforzare la nostra resilienza ai cambiamenti climatici e contrastare i fattori che determinano la perdita di diversità biologica.
In definitiva con questa sentenza, la Corte di Giustizia dell’Ue lancia un monito che è necessario cogliere anche qui in Italia, in particolare da parte di chi promuove politiche negazioniste e assolutamente contrarie alla tutela della biodiversità. E anche per combattere una gestione delle specie selvatiche e dei grandi carnivori che, basandosi sulla paura, fomenta la pratica del bracconaggio, un fenomeno da cui dipende oltre il 20% della loro mortalità. La Corte Ue ci ricorda invece che la direttiva Habitat è stata adottata proprio per arrivare alla completa salvaguardia, protezione, e quindi al miglioramento della qualità dell’ambiente, dove la biodiversità, la conservazione degli habitat naturali, nonché della flora e della fauna selvatiche, costituiscono le colonne portanti”.
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