Siamo più di quindicimila a voler le energie rinnovabili, ma non la speculazione energetica: firma e fai firmare la petizione popolare! La petizione con le prime 15 mila firme viene inviata al Governo.

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Filippine, Isola di Luzon, baia di Bangui, centrale eolica sulla spiaggia (AFP Photo/Ted Aljibe – Il Corriere della Sera). Vogliamo arrivare a questo?

La petizione Si all’energia rinnovabile, no alla speculazione energetica! si firma qui.

L’attuale fenomeno della speculazione energetica è uno degli aspetti sicuramente più pericolosi per l’ambiente e le casse pubbliche.

E’ necessario far fronte all’immane alluvione di progetti per impianti energetici produttivi di energia da fonti rinnovabili.

Solo in Sardegna ben 824 progetti presentati per 54,39 GW di potenza (quasi 30 volte la potenza degli impianti oggi esistenti in Sardegna, ben 7 volte l’obiettivo al 2030 stabilito in sede comunitaria), mentre nessuna moratoria regionale è esecutiva e verosimilmente potrà evitare questa overdose di progetti, tantomeno dopo l’accordo Stato – Regioni per l’individuazione delle c.d. aree idonee e non idonee per l’ubicazione dei nuovi impianti produttivi di energia da fonti rinnovabili, codificato nel D.M. Ambiente 21 giugno 2024 (Disciplina per l’individuazione di superfici e aree idonee per l’installazione di impianti a fonti rinnovabili). e comprendente elevati limiti minimi di nuova potenza installabile (per la Sardegna GW 6,264, cioè circa tre volte e mezzo quanto oggi esistenze, GW 1,93).

centrale fotovoltaica

In tutto il territorio nazionale le istanze di connessione di nuovi impianti presentate a Terna s.p.a. (gestore della rete elettrica nazionale) al 30 giugno 2024 risultano complessivamente ben 5.930, pari a 341,33 GW di potenza, suddivisi in 3.805 richieste di impianti di produzione energetica da fonte solare per 150,29 GW (44,03%), 1.992 richieste di impianti di produzione energetica da fonte eolica a terra per 106,74 GW (31,27%) e 133 richieste di impianti di produzione energetica da fonte eolica  a mare 84,30 GW (24,70%).

Gli unici che guadagneranno in ogni caso saranno le società energetiche, che – oltre ai certificati verdi e alla relativa commerciabilità, nonchè agli altri incentivi – beneficiano degli effetti economici diretti e indiretti del dispacciamento, il processo strategico fondamentale svolto da Terna s.p.a. per mantenere in equilibrio costante la quantità di energia prodotta e quella consumata in Italia: In particolare, riguardo gli impianti produttivi di energia da fonti rinnovabili, “se necessario, Terna invia specifici ordini per ridurre o aumentare l’energia immessa in rete alle unità di produzione”, ma l’energia viene pagata pur non utilizzata.  I costi del dispacciamento sono scaricati sulle bollette degli Italiani.

centrale eolica

Inoltre, la Commissione europea – su richiesta del Governo Italiano – ha recentemente approvato (4 giugno 2024) un regime di aiuti di Stato “volto a sostenere la produzione di un totale di 4 590 MW di nuova capacità di energia elettrica a partire da fonti rinnovabili”.   In particolare, “il regime sosterrà la costruzione di nuove centrali utilizzando tecnologie innovative e non ancora mature, quali l’energia geotermica, l’energia eolica offshore (galleggiante o fissa), l’energia solare termodinamica, l’energia solare galleggiante, le maree, il moto ondoso e altre energie marine oltre al biogas e alla biomassa. Si prevede che le centrali immetteranno nel sistema elettrico italiano un totale di 4 590 MW di capacità di energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili. A seconda della tecnologia, il termine per l’entrata in funzione delle centrali varia da 31 a 60 mesi”.

Il costo del regime di aiuti in favore delle imprese energetiche sarà pari a 35,3 miliardi di euro e, tanto per cambiare, sarà finanziato “mediante un prelievo dalle bollette elettriche dei consumatori finali”.. ;

Un’overdose di energia potenziale che non potrebbe esser nemmeno esser consumata. Significa energia che dovrà esser pagata dal gestore unico della Rete (cioè soldi che usciranno dalle tasse dei contribuenti).

Chiusdino, ruderi dell’Abbazia di San Galgano

La Soprintendenza speciale per il PNRR, organo del Ministero della Cultura, dopo approfondite valutazioni, ha evidenziato in modo chiaro e netto che “è in atto una complessiva azione per la realizzazione di nuovi impianti da fonte rinnovabile (fotovoltaica/agrivoltaica, eolico onshore ed offshore) …  a livello nazionale, ove le richieste di connessione alla RTN per nuovi impianti da fonte rinnovabile ha raggiunto il complessivo valore di circa 328 GW rispetto all’obiettivo FF55 al 2030 di 70 GW” (nota Sopr. PNRR prot. n. 51551 del 18 marzo 2024), cioè 4,7 volte l’obiettivo previsto a livello europeo.

Ed è proprio una moratoria nazionale per consentire una reale pianificazione energetica rispettosa di ambienta e territorio l’obiettivo della petizione Si all’energia rinnovabile, no alla speculazione energetica! promossa dall’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG) che ha già ricevuto più di quindicimila adesioni.

Fra le migliaia di sottoscrizioni, quelle di personalità della cultura impegnate nella tutela del Bel Paese (fra queste Caterina Bon Valsassina, dirigente del Ministero della Cultura e Direttrice dell’Istituto Centrale del Restauro, Margherita Eichberg, Soprintendente per Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Provincia di Viterbo e l’Etruria Meridionale, Gino Famiglietti, dirigente del Ministero della Cultura), archeologi (fra loro Carlo Tronchetti, Angela Antona, Margherita Corrado), uomini di scienza (come l’antropologa Maria Gabriella Da Re, lo psicoterapeuta Alberto Schön, il biologo ed etologo Sandro Lovari), personalità impegnate nella società, in politica e nell’economia, come Renato Soru, Vannozza Della Seta, Cesare Baj, anche personaggi dello spettacolo, come la notissima cantante Nada, impegnata da tempo per contrastare la speculazione energetica nella sua Maremma.

Soprattutto migliaia e migliaia di cittadini che vogliono esser ascoltati.

Roma, Piazza Colonna, palazzo Chigi

La petizione con le prime 15 mila adesioni viene inviata in questi giorni alla Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni, al Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin, al Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano e al Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste Francesco Lollobrigida.

Nessun cittadino che voglia difendere il proprio ambiente e il proprio territorio, salvaguardando contemporaneamente il proprio portafoglio, può lavarsene le mani.

Quanto sta accadendo oggi in Italia nell’ambito della transizione energetica sta dando corpo ai peggiori incubi sulla sorte di boschi, campi, prati, paesaggi storici del nostro Bel Paese.

costruzione centrale eolica

Il sacrosanto passaggio all’utilizzo delle fonti di energia rinnovabile (sole, vento, acqua) dalle fonti fossili tradizionali (carbone, petrolio, gas naturale) in assenza di alcuna seria pianificazione e anche di semplice buon senso sta favorendo le peggiori iniziative di speculazione energetica.

Per esempio, come afferma e certifica l’I.S.P.R.A. (vds. Report Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici. Edizione 2023, Report n. 37/202)), è molto ampia la superficie potenzialmente disponibile per installare impianti fotovoltaici sui tetti, considerando una serie di fattori che possono incidere sulla effettiva disponibilità di spazio (presenza di comignoli e impianti di condizionamento, ombreggiamento da elementi costruttivi o edifici vicini, distanza necessaria tra i pannelli, esclusione dei centri storici).

pannello fotovoltaico

Dai risultati emerge che la superficie netta disponibile può variare da 757 a 989 km quadrati. In sostanza, si spiega, “ipotizzando tetti piani e la necessità di disporre di 10,3 m2 per ogni kW installato, si stima una potenza installabile sui fabbricati esistenti variabile dai 73 ai 96 GW”. A questa potenza, evidenziano i ricercatori dell’Ispra, si potrebbe aggiungere quella installabile in aree di parcheggio, in corrispondenza di alcune infrastrutture, in aree dismesse o in altre aree impermeabilizzate; “ipotizzando che sul 4% dei tetti sia già installato un impianto, si può concludere che, sfruttando gli edifici disponibili, ci sarebbe posto per una potenza fotovoltaica compresa fra 70 e 92 GW”.  Energia producibile senza particolari impatti ambientali e conflitti sociali.

E’ ora che ciascuno di noi faccia sentire la sua voce: firma, diffondi e fai firmare la petizione popolare Si all’energia rinnovabile, no alla speculazione energetica! .

Ormai siamo più di quindicimila ad averlo già fatto.

Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG)

progetto centrale eolica offshore Sardinia South 2, punto di sbarco del cavidotto sulla spiaggia di Tuerredda (estratto procedura scoping, 2023)

Petizione popolare per la moratoria nazionale delle autorizzazioni per impianti di produzione energetica da fonti rinnovabili.

(https://chng.it/MNPNNM9Q62)

Al Presidente del Consiglio dei Ministri,

presidente@pec.governo.it,

al Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica,

segreteria.ministro@pec.mite.gov.it,

al Ministro della Cultura,

udcm@pec.cultura.gov.it,

al Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste,

ministro@pec.politicheagricole.gov.it,

Gent.mo Sig. Presidente, Gent.mi Sigg.ri Ministri,

i sottoscritti Cittadini,

premesso che

l’Italia, come tutti gli altri Paesi della Terra, deve affrontare la difficile sfida vitale del contrasto al cambiamento climatico e conseguentemente ha la necessità di abbandonare quanto prima le tradizionali fonti fossili di produzione energetica.

Il passaggio alle fonti rinnovabili di produzione energetica non può e non deve trasformarsi in una disastrosa speculazione energetica ai danni dell’ambiente, del paesaggio, dei suoli agricoli, dei contesti economico-sociali locali, della stessa identità storico-culturale di tanti luoghi d’Italia, come purtroppo sta accadendo in questi ultimi tempi.

L’enorme numero di progetti di impianti di produzione energetica da fonti rinnovabili (5.678 al 31 marzo 2024) ha già ampiamente superato il target previsto a livello comunitario al 2030 (oltre 336 GW rispetto ai 70 GW concordati) .

Essi sono finanziati o incentivati a vario titolo con fondi pubblici, in particolare del piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), e l’intervento pubblico per la promozione di fonti di energia rinnovabilenon può trasformarsi in un incentivo ad imprese predatorie per puro business.

In tutto il territorio nazionale le istanze di connessione di nuovi impianti presentate a Terna s.p.a.(gestore della rete elettrica nazionale) al 31 marzo 2024 risultano complessivamente ben 5.678, pari a 336,38 GW di potenza, suddivisi in 3.642 richieste di impianti di produzione energetica da fonte solare per 144,84 GW (43,06%), 1.897 richieste di impianti di produzione energetica da fonte eolica a terra per 101,14 GW (30,07%) e 139 richieste di impianti di produzione energetica da fonte eolica  a mare 90,41 GW (26,88%).

La Soprintendenza speciale per il PNRR, organo del Ministero della Cultura, dopo approfondite valutazioni, ha evidenziato in modo chiaro e netto che “è in atto una complessiva azione per la realizzazione di nuovi impianti da fonte rinnovabile (fotovoltaica/agrivoltaica, eolico onshore ed offshore) …  a livello nazionale, ove le richieste di connessione alla RTN per nuovi impianti da fonte rinnovabile ha raggiunto il complessivo valore di circa 328 GW rispetto all’obiettivo FF55 al 2030 di 70 GW” (nota Sopr. PNRR prot. n. 51551 del 18 marzo 2024), cioè 4,7 volte l’obiettivo previsto a livello europeo.

In alcune regioni, per giunta aventi un sistema elettrico collegato al resto d’Italia con connessioni a portata contenuta (massimo 2 mila MW nei prossimi anni), come la Sardegna, la Soprintendenza speciale per il PNRR ha registrato “una complessiva azione per la realizzazione di nuovi impianti da fonte rinnovabile (fotovoltaica/agrivoltaica, eolico onshore ed offshore)tale da superare già oggi di ben 7 volte quanto previsto come obiettivo da raggiungersi al 2030 sulla base del FF55, tanto da prefigurarsi la sostanziale sostituzione del patrimonio culturale e del paesaggio con impianti di taglia industriale per la produzione di energia elettrica oltre il fabbisogno regionale previsto” (nota Sopr. PNRR prot. n. 27154 del 20 novembre 2023 e nota Sopr. PNRR prot. n. 51551 del 18 marzo 2024).

Qui siamo alla reale sostituzione paesaggistica e culturale, alla sostituzione economico-sociale, alla sostituzione identitaria

altezza e potenza delle “torri” eoliche (elaborazione Andrea Picciau)

In Sardegna, le istanze di connessione di nuovi impianti presentate a Terna s.p.a. (gestore della rete elettrica nazionale) al 31 marzo 2024 risultavano complessivamente ben 809, pari a 57,67 GW di potenza, suddivisi in 524 richieste di impianti di produzione energetica da fonte solare per 22,99 GW (39,87%), 254 richieste di impianti di produzione energetica da fonte eolica a terra per 16,86 GW (29,23%) e 31 richieste di impianti di produzione energetica da fonte eolica  a mare 17,82 GW (30,90%).

57,67 GW significa quasi 30 volte gli impianti oggi esistenti in Sardegna, aventi una potenza complessiva di 1,93 GW (i 1.926 MW esistenti, di cui 1.054 MW di energia eolica a terra + 872 di energia solare fotovoltaica, dati Terna, 2021).

Un’overdose di energia che non potrebbe esser consumata sull’Isola (che già oggi ha circa il 38% di energia prodotta in più rispetto al proprio fabbisogno), non potrebbe esser trasportata verso la Penisola (quando entrerà in funzione il Thyrrenian Link la potenza complessiva dei tre cavidotti sarà di circa 2 mila MW), non potrebbe esser conservata (a oggi gli impianti di conservazione approvati sono molto pochi e di potenza estremamente contenuta).

Significa energia che dovrà esser pagata dal gestore unico della Rete (cioè soldi che usciranno dalle tasse dei contribuenti.

Gli unici che guadagneranno in ogni caso saranno le società energetiche.

Ma sono anche tante altre le aree del Bel Paese ormai aggredite da una speculazione energetica priva di remore e di utilità collettiva: la Tuscia, la Puglia, la Sicilia, la Maremma, i crinali appenninici.

Insomma, siamo all’overdose di energia producibile da impianti che servono soltanto agli speculatori energetici.

Attualmente, in attesa della pianificazione delle aree idonee e non idonee per l’installazione degli impianti (direttiva n. 2018/2001/UE, art. 5 della legge 22 aprile 2021, n. 53) esiste soltanto una fascia di rispetto nel caso delle centrali eoliche estesa tre chilometri dal limite delle zone tutelate con vincolo culturale e/o con vincolo paesaggistico (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.).

Essere a favore dell’energia prodotta da fonti rinnovabili non vuol dire avere ottusi paraocchi, non vuol dire aver versato il cervello all’ammasso della vulgata dell’ambientalismo politicamente corretto.

Pertanto,

RITENGONO

che debba essere lo Stato a pianificare in base ai reali fabbisogni energetici le aree a mare e a terra dove installare gli impianti eolici e fotovoltaici e, dopo coinvolgimento di Regioni ed Enti locali e svolgimento delle procedure di valutazione ambientale strategica (V.A.S.), metta a bando di gara i siti così individuati al migliore offerente per realizzazione, gestione e rimozione al termine del ciclo vitale degli impianti di produzione energetica e conseguentemente

CHIEDONO

alle SS.VV., nell’ambito delle rispettive competenze (vds. sentenza Corte cost. n. 27/2023), l’adozione di un provvedimento di moratoria nazionale che sospenda qualsiasi autorizzazione per nuovi impianti di produzione energetica da fonti rinnovabili in attesa della suddetta necessaria pianificazione condivisa.

Si ringrazia per l’attenzione.

Fenicotteri rosa (Phoenicopterus roseus) in volo e centrale eolica

(foto AFP Photo/Ted Aljibe – Il Corriere della Sera, da mailing list ambientalista, C.B., S.D., archivio GrIG)

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