Spoil system: Antonio Sassano via dalla presidenza della Fondazione Bordoni

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Il decreto legge n.44 varato dal Consiglio dei Ministri il 22 aprile scorso ha cancellato di colpo la governance della Fondazione Ugo Bordoni.

Il 23 maggio, secondo quanto recita l’art 27 del provvedimento, l’attuale presidente Antonio Sassano e i consiglieri, Giovanna Bianca Clerici e Maurizio Mensi, dovranno dimettersi per far posto a un nuovo consiglio di amministrazione che sarà nominato dal governo di centro destra. L’attuale Cda della Bordoni è stato nominato a agosto 2021 da Giancarlo Giorgetti, allora ministro del Mise (oggi Mimit) del governo Draghi, che aveva riconfermato Sassano alla presidenza – su indicazione della Presidenza del Consiglio – e scelto i due consiglieri di centrodestra Giovanna Bianchi Clerici, già nel Cda della Rai in quota Lega e commissario della Privacy, e Maurizio Mensi, professore di Diritto dell’ economia della Scuola Nazionale dell’Amministrazione (Sna). Il Consiglio aveva davanti ancora due anni prima di terminare il mandato.

Varare una legge per fare quello che per via amministrativa non sarebbe stato agevole fare, è un escamotage un po’ forte che non si è mai usato prima. Una manovra di cui pochi si sono accorti anche se la Bordoni- il braccio tecnologico del Mimit – è uno degli istituti di ricerca più importanti nel settore pubblico che ci sono in Italia.

Oltre a prevedere le dimissioni dell’attuale Cda a un mese dalla pubblicazione in Gazzetta, senza aspettare neanche i sessanta giorni canonici dalla approvazione del decreto, l’art. 27 – dedicato interamente alla Bordoni – ridefinisce i compiti della Fondazione che con poche differenze continuerà a fare quello che fa ora (potrà forse esserci una allargamento al made in Italy che è una delle competenze centrali del ministero delle Imprese e del made in italy di Adolfo Urso). Inoltre il Consiglio che verrà è chiamato anche a scrivere e approvare il nuovo Statuto, anche se lo Statuto in essere era stato da poco rifatto, per consentire a tutte le amministrazioni pubbliche di avvalersi dei servizi della Bordoni affrancandola a sua volta dalla dipendenza dal solo Mimit.

Secondo una scuola di pensiero bersaglio di questa operazione sarebbe Antonio Sassano, ma altri ritengono che si voglia cambiare l’intero Cda. A valle delle nomine pubbliche di aprile tanta gente, pare, è rimasta scontenta nelle file della maggioranza per cui si sta allargando lo spoil system.

Sassano, ingegnere e professore alla Sapienza, tra i nostri maggiori esperti di frequenze e reti, algoritmi e IA, era stato nominato alla presidenza della Fondazione nel 2017 quando alla Presidenza del Consiglio sedeva Paolo Gentiloni che con Sassano ha avuto un lungo sodalizio quando era ministro delle Comunicazioni.

In sella alla Fondazione Sassano ha attraversato indenne i governi gialloverde e giallo rosso, quindi era stato riconfermato nel ruolo da Mario Draghi. Ma gli ultimi due anni non sono stati facili per il rapporto con i due consiglieri di centrodestra Bianchi Clerici e Mensi.

La Fondazione deve ancora approvare il bilancio 2022 di cui si farà carico la nuova governance. Si tratta comunque di un bilancio in attivo: tra le cose positive lasciate in eredità ai nuovi entranti anche la appena rinnovata convenzione col Mimit di 4 milioni per altri tre anni.

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