La Soprintendenza per Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell’Aquila ha risposto (nota prot. n. 9480 del 24 giugno 2024) all’istanza (28 maggio 2024) dell’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG) finalizzata alla tutela dell’area di Casa Pente (Sulmona) con il vincolo culturale (artt. 10 e ss. del decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.), nonché l’emanazione di misure preventive e cautelari per i beni culturali interessati.
La Soprintendenza aquilana ha reso noto che “sono state avviate, a marzo 2023, le indagini di archeologia preventiva … nell’area in loc. Case Pente, interessata dalla realizzazione del ‘Progetto centrale di compressione gas e quattro linee collegamento’ da parte di Snam Rete Gas, in ottemperanza alle prescrizioni riportate nel Decreto VIA n. 70 del 7-3-2011”.
Lo svolgimento di tali indagini ha portato, fra l’altro, all’individuazione di un edificio rustico “al momento parzialmente riportato alla luce” da tutelare e conservare “mediante l’integrale mantenimento in situ”, come già disposto dalla Soprintendenza stessa.
Essendo ancora in corso le analisi del caso, “ulteriori prescrizioni saranno incluse nei provvedimenti di assoggettamento a tutela dell’area interessata dal rinvenimento, a seguito di avvio del procedimento di dichiarazione di cui agli articoli 12 e 13 del D. Lgs. 42/2004, che è intenzione di questa Soprintendenza intraprendere al termine delle indagini complete dell’edificio la cui estensione ricade anche in area non ricompresa tra quelle di proprietà di Snam Rete Gas. Non sarebbe infatti funzionale alle esigenze di tutela l’apposizione di un vincolo parziale di un complesso esistente e noto, escludendone le porzioni non ancora indagate”.
Si deve, quindi, attendere l’individuazione di un’area da tutelare con vincolo culturale ben più ampia dei ritrovamenti oggi visibili e, in ogni caso, “i beni archeologici, una volta riportati alla luce, sono comunque tutelati per legge e sottoposti alle misure del Codice dei Beni Culturali, anche in assenza di un provvedimento espresso; eventuali interventi dovranno sempre essere autorizzati ai sensi degli artt. 21 e 22 del D. Lgs. 42/2004”.
Insomma, a breve dovrebbe esserci un’efficace tutela del patrimonio culturale dell’area.
Si ricorda che nella zona di Case Pente, in Comune di Sulmona, nel corso del tempo sono state rinvenute durante l’effettuazione di lavori stradali (anni ‘60 e ‘70 del secolo scorso) diverse sepolture di epoca romana (III-IV sec. d.C.) e l’iscrizione nota come dei Callitani, oggi esposta al Museo Archeologico di Sulmona, nelle vicinanze (Colle Macerre) altri sarcofaghi di epoca romana, mentre sono presenti la Chiesetta rupestre di S. Angelo in Vetulis, fra i più antichi esempi dell’architettura e dell’arte alto-medievale in Abruzzo, e, nella contigua Valle del Torrente Vella, un possente muro di terrazzamento di epoca risalente con i resti di un’articolata e ampia struttura di epoca romana, probabilmente una villa del I sec. a. C., una parte della quale venne trasformata nella Chiesetta rupestre di San Leopardo.
Negli anni scorsi (nota prot. n. 6949 del 28 agosto 2008) l’allora Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Abruzzo aveva espresso forte contrarietà nei confronti dell’apertura di una cava in loc. Case Pente, “in quanto i lavori di estrazione verrebbero a interferire pesantemente con un complesso archeologico fra i più importanti e inediti dell’area peligna, che cela i resti di un insediamento vasto e articolato, con tracce della viabilità, dell’abitato, della necropoli”.
Il GrIG esprime soddisfazione per l’intervento della Soprintendenza aquilana e del Ministero della Cultura, perché il sito rischia di esser stravolto dal progetto della centrale di compressione del gas naturale del Gruppo Snam s.p.a., a servizio del gasdotto “Rete Adriatica”, noto come il gasdotto dei terremoti, visto che – incredibilmente – va a attraversare pesantemente buona parte dell’Appennino, fra le are a maggior rischio sismico d’Europa.
Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG)
(foto G.M., S.D., archivio GrIG)