Telegram cambia policy: il cambio di rotta era previsto e prevedibile dopo l’arresto di Pavel Durov, cautelare legato come abbiamo visto alla politica del patron di Telegram di negare l’accesso alle autorità ai dati degli utenti finali.
Telegram nella mente di Durov dovrebbe essere un paradiso di libertà autogestito dagli utenti, uno spazio “libero da censura” e lontano da regimi autoritari: ma paesi come la Francia hanno fatto notare come tale ombrello si estenda, in alcuni casi, ad autentici criminali.
Il casus belli tra Francia e Durov è nato proprio dalla difficoltà di ottenere i dati personali di un utente accusato di diffusione di materiale pedopornografico, e abbiamo visto sovente sui nostri schermi bot intenti a vendere documenti falsi, droga e Green Pass, ed altri gruppi dal materiale non edificante.
Tutto questo è destinato a cambiare.
Telegram cambia policy: da ora collaborerà con le autorità
Le richieste saranno accettate da autorità di polizia rilevanti e riconosciute e le violazioni di legge rientreranno tra le violazioni dei Termini di Uso e Servizio.
Avevmo già visto Telegram liberarsi di alcune funzioni assai scomode, come people nearby e la pubblicazione di video, entrambe funzioni ben più che abusabili ad esempio per diffondere materiale pedopornografico o sollecitare utenti locali nella compravendita di materiale abusivo.
Saranno accettate le “richieste legali valide”, sia pur con un principio di consistenza nel mondo.
Questa potrebbe essere la scappatoia di cui parliamo: Telegram continuerebbe ad esempio a consentire a chi vive in un regime dittatoriale e oppressivo a sfuggire alle maglie della dittatura, ma tale beneficio non sarebbe ad esempio esteso a pedofili, criminali e violenti online pronti a trasformare i loro canali Telegram in “liste di bersagli”.
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