I piccoli centri rurali tedeschi di Külz e Neuerkirch, nella zona dell’Hunsrück, utilizzano già dal 2016, la stessa rete di riscaldamento che produce calore da fonti locali rinnovabili e pulite come il cippato e il solare termico.
L’iniziativa è partita dai paesini stessi e i consigli comunali hanno affidato la costruzione e la gestione della rete di riscaldamento e della centrale di produzione associata alle aziende municipalizzate di Simmern-Rheinböllen.
Un supporto professionale per il calore di comunità
Volker Wichter, sindaco di Neuerkirch, ricorda che quando sono nate le prime idee per una rete di riscaldamento comune non era affatto chiaro chi l’avrebbe gestita e una delle opzioni sul tavolo era quella di costituire una cooperativa energetica.
Poiché, però, uno degli obiettivi principali era realizzare un’infrastruttura il cui corretto funzionamento fosse garantito a lungo, la soluzione cooperativa sembrò ai cittadini dei due centri eccessivamente onerosa e rischiosa.
Si decise, quindi, di ricorrere a un supporto maggiormente professionale ed esperto per la realizzazione e gestione della centrale e della rete e, perciò, di incaricare le aziende municipalizzate del comune di Simmern, a cui appartengono i due paesi.
Queste aziende, infatti, avevano guadagnato sul campo la fiducia degli abitanti in quanto, da circa 40 anni, sono responsabili dell’approvvigionamento idrico e dello smaltimento delle acque reflue a Külz e Neuerkirch e, inoltre, avevano già avuto esperienza con impianti di riscaldamento biomassa nella città di Simmern.
In quanto aziende municipali, inoltre, tali società non sono orientate al profitto, né devono finanziare il sistema di trasporto pubblico attraverso i proventi dell’energia, come avviene per le aziende municipali di molte altre realtà, ma sono esclusivamente responsabili della fornitura di servizi pubblici nelle comunità locali associate.
Una “creatura” locale
Nonostante alcune iniziali riserve da parte di un gruppo di cittadini riguardo la gestione esterna della rete di riscaldamento, questa soluzione è stata poi apprezzata da tutti i consumatori che, nonostante la proprietà sia in capo all’azienda municipalizzata, vivono comunque l’infrastruttura come una loro “creatura”.
La prima idea del progetto, infatti, è nata proprio dal cosiddetto “eco-gruppo” di Neuerkirch, un raggruppamento di cittadini interessati alle questioni ambientali e alla loro gestione tramite processi partecipati.
Bisogna sottolineare, inoltre, che la scintilla che ha accesso definitivamente il lancio del progetto è stata la visita guidata, da parte di una delegazione dei due paesi, all’impianto di Büsingen, uno dei primi in Germania a utilizzare in sinergia solare termico e biomassa per una rete di teleriscaldamento.
Parola chiave è identificazione
Sebbene l’azienda municipalizzata gestisca e controlli a distanza lo stato di funzionamento della centrale e della rete in qualsiasi momento, gli stessi tecnici dell’azienda apprezzano molto il supporto dei cittadini (e consumatori) che, in un’ottica di stretta collaborazione, si sentono responsabili dell’impianto e hanno persino la chiave della centrale termica.
Il fatto, quindi, che la comunità locale sia stata la principale promotrice dell’iniziativa fa sì che l’identificazione dei cittadini con il progetto sia davvero forte.
Proprio grazie a questa prima positiva esperienza, lo stesso modello viene ora replicato da queste municipalizzate nelle reti di teleriscaldamento gestite in altri centri.
Un ulteriore elemento centrale di questa interazione tra azienda e consumatori è che non viene perseguito alcuno scopo di lucro: quando, ad esempio, il costo del cippato locale si è abbassato a causa dei danni provocati da parassiti, questo beneficio è stato immediatamente trasferito sulla bolletta dei consumatori.
Solare al 20%
La rete di teleriscaldamento si estende per una lunghezza complessiva di 6,6 km, lungo i quali connette quasi 150 sotto-stazioni. L’impianto solare termico presenta una taglia piuttosto comune per questo tipo di sistemi: la superficie dei collettori è pari a 1.400 metri quadrati.
L’impianto solare è stato dimensionato, come spesso accade, per coprire il carico della rete quando finisce la stagione di riscaldamento e, quindi, quando il fabbisogno è dato esclusivamente dalla domanda di acqua calda sanitaria (la domanda di calore annuale è di 3,1 GWh, con un accumulo termico di 120 m3).
Con questo criterio di dimensionamento, l’energia generata da questi collettori solari termici è in grado di coprire quasi il 20% della domanda annuale totale della rete. L’impiego di risorse rinnovabili consente di risparmiare ogni anno l’emissione in atmosfera di circa 1.200 tonnellate di anidride carbonica.
Il calore come apripista
Questo progetto non è stato solo la realizzazione di una infrastruttura tecnica ma, come testimoniato dal Sindaco, ha aumentato la coesione sociale e la fiducia tra i cittadini, spianando la strada anche ad altre iniziative future sul tema dell’energia e, più in generale, del clima.
Grazie a questa accresciuta fiducia, le nuove idee messe in campo vengono prese sul serio e sviluppate secondo un approccio partecipato (vedi presentazione dei progetti – pdf).
Come, ad esempio, linee guida per il risparmio energetico, supporto per le ristrutturazioni efficienti, acquisto di biciclette elettriche in condivisione, l’acquisto una bicicletta “cargo”, sono solo alcuni dei nuovi “sogni” che i piccoli centri della zona hanno rapidamente fatto diventare realtà.