Torino, archiviate le 65 denunce nei confronti di Extinction Rebellion per l’occupazione del grattacielo Sanpaolo

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di Extinction Rebellion

Cadono tutte le accuse mosse dalla Questura di Torino alle 65 persone che lo scorso aprile, durante il meeting del G7 Clima, Ambiente ed Energia, avevano occupato la hall del grattacielo di Intesa Sanpaolo. Secondo la pm Sellaroli e il Gip Accurso Pagano, che rispettivamente hanno chiesto e pronunciato l’archiviazione del procedimento penale, i fatti contestati non hanno alcuna rilevanza penale. Le motivazioni, come già successo altre volte, smontano le ipotesi di occupazione, violenza privata e manifestazione non preavvisata avanzate dalla Digos di Torino, e ribadiscono che “nell’ottica di un equilibrato bilanciamento tra valori parimenti tutelati nell’ottica della Costituzione, la libera e pacifica manifestazione delle proprie idee e la tutela dell’ordine pubblico anche ai fini della tutela della proprietà privata, va riconosciuto che non è stata infranta alcuna norma penale“.

Nei giorni in cui Torino ospitava il summit, e intere aree della città venivano militarizzate e trasformate in zona rossa, isolando i ministri dalla cittadinanza, un centinaio di persone appartenenti a Extinction Rebellion si erano riversate in un’atmosfera di festa all’interno del grande atrio del Grattacielo Sanpaolo. “Una manifestazione sicuramente vivace e inusuale, ma assolutamente nonviolenta, come testimoniano i numerosi video di quel giorno – dichiara Matilde –. Di fronte a governi e istituzioni finanziarie che continuano a investire miliardi in petrolio e gas, ignorando l’allarme degli scienziati e la preoccupazione dei cittadini, esercitare il diritto a manifestare e dissentire diventa una necessità”. Dal 2015 a oggi, infatti, Intesa Sanpaolo ha sostenuto l’industria fossile con 81,6 miliardi di dollari, risultando nella lista delle prime 40 banche a livello mondiale che finanziano l’espansione nel settore.

Non è la prima volta che le procure italiane chiedono e ottengono l’archiviazione delle denunce mosse a movimenti come Extinction Rebellion, spesso con motivazioni analoghe a quelle esposte dalla dottoressa Sellaroli. Un esempio sono l’archiviazione delle denunce per violenza privata per la contestazione alla ministra Roccella al Salone del Libro nel maggio 2023, o la sospensiva concessa dal TAR Piemonte per i fogli di via dati a quattro attivisti che, nel novembre 2023, si imbragarono al tetto dell’Oval durante il Defence and Aerospace Meeting. “Tuttavia queste denunce rimangono nelle banche dati della polizia e vengono utilizzate per giustificare un giudizio di pericolosità sociale, in base al quale vengono poi attribuite misure restrittive della libertà, come i fogli di via” dichiara Annalisa. Denunce, fogli di via e persino avvisi orali continuano ad arrivare copiosamente: tra le più recenti, le 21 denunce e i 12 fogli di via da 1 a 3 anni notificati lo scorso luglio in seguito alla protesta per il G7 Tecnologia a Bologna. A queste, si aggiungono 4 avvisi orali notificati alle persone non passibili di fogli di via, in quanto residenti, o perché studenti e lavoratori fuori sede.

“Tutti i magistrati che sono stati chiamati a pronunciarsi in sede penale in relazione alle manifestazioni di XR hanno ribadito un principio che purtroppo appare ancora necessario affermare con forza: il dissenso pacifico rientra nei diritti costituzionalmente garantiti di libertà di riunione e di libera manifestazione del pensiero” dichiara l’avvocato Marino Careglio, che con il collega Gianluca Vitale assiste XR.

Una tendenza a criminalizzare e restringere gli spazi di agibilità democratica che è stata evidenziata più volte da autorevoli commentatori, sia italiani che internazionali, e rimarcata dal nuovo ddl sicurezza in discussione in queste settimane al Senato. Un ddl fortemente criticato, tra gli altri, dall’Unione delle Camere Penali, l’organo di autogoverno degli avvocati, la quale ha promulgato tre giorni di astensione dalle udienze, dal 4 al 6 novembre, poiché il ddl “rivela nel suo complesso e nelle singole norme una matrice securitaria sostanzialmente populista, profondamente illiberale e autoritaria”.

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