Ogni anno l’associazione a lui dedicata depone un mazzo di rose rosse sulla sua tomba al Cimitero Monumentale di Milano. Il 17 giugno 1983 Enzo Tortora uscì ammanettato dall’Hotel Plaza di Roma. Era accusato da alcuni ‘pentiti’ camorristi di essere implicato in traffici di droga.
Condannato inizialmente a 10 anni, quattro anni dopo venne completamente assolto da ogni accusa in Corte d’Appello. Il calvario che dovette subire, oltre che la reputazione ne minò il corpo e lo spirito, costituendo una delle pagine più oscure e tristi della storia giudiziaria del nostro Paese.
Vita e dignità violate
Una nota la segretaria del PD, Elly Schlein, ha ricordato l’uomo, il giornalista e quella tremenda vicenda. “Quarant’anni dopo quell’arresto – ha scritto Schlein – quel carcere ingiusto, quella vita e quella dignità violate sono ancora un monito”.
Il segretario del PD ha aggiunto: “La drammatica storia di Enzo Tortora interroga tutte e tutti e ci impegna a lottare perché la giustizia non divenga terreno di scontro tra fazioni ma materia su cui si interviene con scelte equilibrate per rafforzare i diritti e le garanzie di tutti, e per renderla sempre più giusta ed efficace nel perseguire la legalità e gli obiettivi previsti dalla Costituzione”.
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