Confermata la “sceneggiata” dello sciopero nazionale del giorno 8 novembre 2024 nel settore del trasporto pubblico locale, lanciata in modo altisonante da quelle stesse sigle sindacali che continuano a firmare contratti capestro puntualmente posti sul tavolo dalle stesse controparti.
Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Faisa Cisal e Ugl Fna senza minimamente condividere alcun contenuto con gli addetti al settore annunciano uno sciopero nazionale di 24 ore senza il rispetto delle fasce orarie; uno stolto tentativo di voler riconquistare la credibilità degli autoferrotranvieri puntualmente tradita favorendo, attraverso le loro contrattazioni nazionali e aziendali, accordi sempre maggiormente peggiorativi sia sul lato economico che normativo.
Questa messa in scena dell’otto novembre non è un innalzamento del conflitto sulle rivendicazioni degli addetti al settore ma è una scelta arrogante, discriminatoria e falsa.
Falsa perché comunque la Commissione di Garanzia ha imposto il rispetto almeno del 30% delle fasce orarie;
discriminatoria perché si sono scritti i loro contratti e le loro regole scegliendo i loro privilegi; infatti nell’art.16 dell’Accordo Nazionale del 28 febbraio 2018, hanno stabilito insieme alle Associazioni datoriali che: “Al fine di consentire ai lavoratori di partecipare ad una manifestazione a sostegno del rinnovo del CCNL indetta non più di una volta congiuntamente dalle organizzazioni sindacali firmatarie del contratto, le modalità dell’astensione dal lavoro possono prevedere la riduzione delle prestazioni di cui all’articolo 12 alla garanzia dei soli trasporti assolutamente indispensabili per la generalità degli utenti nonché di quelli specializzati di particolare rilevanza sociale”
arrogante perché continuano a sottoscrivere contratti senza la condivisione dei lavoratori che puntualmente si ritrovano con salari inadeguati, soggetti ad una continua precarietà attraverso le logiche della privatizzazione, degli appalti, subappalti e sub affidamenti dove troppo spesso i stessi firmatari di CCNL diventano parte datoriale così come vengono ritualmente premiati dalle grandi aziende pubbliche ritrovando quei ex dirigenti sindacali dall’altra parte della scrivania dando il loro contributo a massacrare questa categoria fino al punto che in molti fuggono da questo mestiere e in molti scelgono di rimanerne alla larga.
Penoso il tentativo di questi "signori" di strumentalizzare una intera categoria per apparire rivoluzionari, in realtà servi che contribuiscono a privare del futuro questo Paese dove le disuguaglianze aumentano, dove tutto viene messo nelle mani delle aziende private, dove alla rabbia dei lavoratori si risponde con leggi repressive, come Il DDL 1660, per rendere più difficile difendere i propri diritti.
Non poter effettuare picchetti, occupazioni delle fabbriche, non creare intralci o blocchi limita in maniera effettiva l’azione sindacale e sociale; non bastava la continua limitazione all’esercizio del diritto di sciopero, ad iniziare dalla famigerata legge 146 del 1990 (sempre sottoscritta dalle stesse sigle sindacali) e successivamente allargata dai servizi essenziali a numerosi altri settori produttivi, sono dovuti arrivare fino ai decreti sicurezza tentando di trasformare tutti i disagi sociali e del mondo del lavoro in una guerra tra poveri.
Il prossimo 8 novembre, i lavoratori del Trasporto Pubblico Locale devono saper guardare ai contenuti…
QUESTI SIGNORI CONTENUTI NON NE HANNO!
USB Lavoro Privato - Coordinamento Nazionale settore TPL