Il tavolo che si è svolto giovedì 22 sul Trasporto Pubblico Locale del Friuli Venezia Giulia è stato segnato dallo stato di agitazione che ha interessato con azioni sindacali 3 aziende su 4 del trasporto pubblico locale della regione, oltre che da una somma messa a disposizione delle aziende dalla Regione, 3 milioni di euro, su cui temevamo più che una discussione, una lotta senza quartiere per la definizione della quota parte da destinare ai lavoratori.
L’azienda ha dato segno di aver compreso la situazione e deciso di destinare la somma completamente ai lavoratori.
Se è vero che la posizione aziendale ha sorpreso positivamente tutte le organizzazioni sindacali, è anche vero che la situazione di forte disagio delle maestranze non si risolverà con un bonus una tantum. È per questo che, alla richiesta di abbassare i toni e ritirare lo stato di agitazione, la risposta è stata negativa: ad oggi la litigiosità su turni e ferie è ancora elevata in tutte e 4 le aziende.
Per USB, come ribadito più volte al tavolo, va riscritto il modello salariale e dei diritti dei lavoratori del TPL, ma questo va fatto a livello regionale per non creare un gap tra aziende della regione, così da evitare le migrazioni di lavoratori dal modello che paga meno e tratta peggio verso il modello più virtuoso. Vanno cancellate le differenze salariali e normative tra neoassunti e personale “anziano”, mentre la contrattazione di secondo livello non potrà più essere incentrata sulle prestazioni extra orario ed extra flessibilità, misure al centro dell’odierna bufera. I circa 1.700€ messi a disposizione oggi devono diventare domani parte strutturale del salario.
La crisi del TPL regionale, oggi, permette a lavoratori e organizzazioni sindacali di mettere in discussione il modello perdente che ha normalizzato compressione salariale e flessibilità ad ogni costo.
Coordinamento Regionale Trasporto Pubblico Locale USB del Friuli Venezia Giulia