“Una legge ammazza orsi che mette nero su bianco la condanna a morte di 24 esemplari nei prossimi tre anni e che rappresenta un fallimento delle politiche di gestione e di coesistenza pacifica tra uomo e animali selvatici. Al Ministro dell’ambiente Gilberto Pichetto Fratin chiediamo di convocare un tavolo tecnico d’urgenza per confortarsi sul futuro dell’orso in Trentino”.
Per Legambiente la legge approvata dal Consiglio provinciale di Trento sull’abbattimento degli orsi problematici è qualcosa di assurdo e inverosimile. Per questo chiede al Ministro dell’Ambiente di convocare un tavolo tecnico d’urgenza per confortarsi sul futuro dell’orso in Trentino” coinvolgendo anche associazioni e aree protette.
“Con questa legge – commenta Stefano Raimondi, responsabile nazionale biodiversità di Legambiente – si mette nero su bianco la condanna a morte degli orsi problematici che si potranno uccidere fino ad otto esemplerai l’anno per i prossimi tre anni. Parliamo di un totale di 24 orsi. Una legge ammazza orsi che rappresenta una sconfitta per le politiche di gestione di questo esemplare e dimostra come per la provincia autonoma di Trento l’uccisione degli orsi problematici e/o confidenti sia la principale soluzione da adottare, senza lavorare su altri tipi di interventi. Al presidente della Provincia di Trento Maurizio Fugatti, che da anni fa finta di non sentire, ricordiamo che il PACOBACE prevede anche una serie di azioni di gestione atte a favorire una coesistenza pacifica tra uomo e orso e che devono essere applicate. Interventi su cui il Trentino è da anni fortemente e inspiegabilmente in ritardo e su cui chiediamo al più presto un’accelerazione a partire da più campagne di informazione e sensibilizzazione rivolte alla comunità, gli operatori locali, turisti e frequentatori della montagna, realizzando ad esempio nuovo materiale informativo sulle situazioni di rischio, segnalando in maniera chiara all’inizio e lungo i sentieri l’eventuale presenza di femmine con piccoli e/o di individui con comportamenti potenzialmente pericolosi. Altro intervento su cui lavorare, la riduzione del rischio di condizionamento alimentare e di abituazione all’uomo, tramite la rimozione delle fonti di cibo di natura antropica e il controllo dell’accesso alle stesse da parte degli animali. Rispetto alla legge appena approvata, chiediamo al Ministro dell’ambiente Gilberto Pichetto Fratin di convocare un tavolo tecnico d’urgenza per confortarsi sul futuro dell’orso in Trentino”.
Legambiente ricorda che dagli anni ’90 ad oggi sull’arco alpino, secondo i dati disponibili, sono meno di 10 gli individui di orso che si sono resi protagonisti di attacchi alle persone con ferimento delle stesse (uno sappiamo essere stato di esito fatale). Per fare un paragone, secondo i numeri del Soccorso alpino trentino, solo nel 2022 sono morte in montagna 62 persone e 819 si sono ferite per cause di varia natura (cadute, incapacità, malori, perdita di orientamento ecc…).
Ad oggi il modello trentino punta a decidere autonomamente rispetto all’abbattimento degli individui giudicati problematici. Una scelta che si discosta totalmente dal modello abruzzese che punta alla conservazione e alla tutela dell’orso bruno marsicano. In Abruzzo nei mei scorsi è stato proposto anche un emendamento per inasprire le pene contro chi uccide un orso, mentre in Trentino si percorrere una strada diversa puntando ad una legge ammazza-orsi e che per Legambiente rappresenta anche una sconfitta per i trentini e per un territorio che da sempre si contraddistingue per la sua gentilezza.
Tra l’altro la scorsa estate, nell’ambito di Carovana delle Alpi, l’associazione ambientalista ha assegnato la bandiera nera alla Giunta provinciale del Trentino” per le gravi carenze nella gestione della convivenza con la popolazione di orsi, poiché non ha realizzato un piano efficace di comunicazione e non ha gestito in modo scientificamente fondato le situazioni problematiche”.
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