Alla scadenza dell’ultimatum di Elon Musk, che ha imposto agli utenti di Twitter di pagare per la ‘spunta blu’, c’è già il primo caso. Il New York Times ha deciso di non sottostare al nuovo regolamento e così dall’account del quotidiano americano, che ha ben 54, 9 milioni di follower, è sparito il simbolo di certificazione.
Un “declassamento” dell’account che non è sfuggito agli utenti del social. E che ha ovviamente guadagnato un cinguettio dello stesso Musk. “Il NY Times è incredibilmente ipocrita, poiché è super aggressivo nel costringere tutti a pagare il loro abbonamento”, ha scritto l’imprenditore che in altri tweet ha accusato la testata anche di fare propaganda “nemmeno interessante”, con un feed “illeggibile” e paragonabile alla “diarrea”.
Chi non pagherà
Oltre al Nyt, CNN e il Los Angeles Times, sono altri tra i media che hanno già annunciato l’intenzione di non pagare.
Come riportato nei giorni scorsi da Axios anche la casa Bianca non sembra intenzionata a pagare per gli account dei suoi funzionari. Non si sa ancora qualce sarà la strategia usata per gli enti governativi, anche se al momento l’account @WhiteHouse ha la spunta grigia, riservata alla politica.
Tenuta delle piattaforme a rischio secondo Musk
Qualche giorno fa per difendere la decisione della spunta a pagamento, Musk l’ha definita necessaria per evitare la creazione di account falsi, ma anche per ragioni economiche. “Bisogna stringere le maglie della certificazione e fare in modo che per ottenere la spunta blu servano un numero telefonico verificato e una carta di credito. La mia previsione è che qualsiasi cosiddetto social network che non faccia così fallirà”.
The post Twitter, il New York Times non paga. E Musk toglie la spunta blu appeared first on Primaonline.