Carenza di personale, carichi di lavoro pesanti, mancanza di tutele per la propria sicurezza, discriminazioni, appalti e privatizzazioni e lo stipendio per una grossa fetta di personale resta uguale,insufficiente a far fronte agli aumenti molto forti del costo della vita.
Lavorare in sanità non è più attrattivo, basta guardare le buste paga di ogni mese e si constata quanto siano stati irrisori i reali aumenti contrattuali. La delusione, per le centinaia di migliaia di operatori sanitari, di personale amministrativo e tecnico è grande. Ingannati da mesi di propaganda con la quale i sindacati firmatari del contratto hanno cercato di far passare il rinnovo contrattuale come una svolta epocale, il brusco ritorno alla realtà ha generato un diffuso sentimento di frustrazione e ingiustizia anche a fronte delle promesse e delle rassicurazioni che erano state fatte durante la pandemia.
In data 12-06-2023 è stato firmato dalla maggioranza dei sindacati e della RSU il contratto decentrato riguardante tutto il personale Ulss 8 Berica.
Per un contratto figlio legittimo del contratto nazionale bastano 9 pagine per farlo. Un contratto che ha qualche aspetto positivo (riconoscimento tempo consegna anche per gli Oss su cui abbiamo spinto per ottenerlo), il resto risponde ai vincoli del contratto nazionale, vincoli che impongono di dare un sacco di soldi a pochi, con i fondi di tutti.
E se qualcuno si aspetta che il contratto aziendale migliori la situazione economica di tutti, purtroppo sarà deluso. I soldi ci sono soprattutto per incarichi, funzioni apicali, indennità professionali, poco e per pochi per i passaggi di fascia.
Tutti veniamo ogni giorno a lavorare a fare il nostro dovere,indipendentemente se siamo infermieri, oss, tecnici, amministrativi lo facciamo con impegno e professionalità, la risposta che arriva da questo contratto aziendale firmato è invece, differenziare.
Differenziare tra livelli, (ma esistono già gli inquadramenti professionali a riconoscere la giusta e professionalità) ma anche a livello e soprattutto di singoli lavoratori, infatti si inasprisce la valutazione individuale, con maggiori differenziazioni fino addirittura a diminuire , anche se di poco, lo stipendio.
A questa situazione invece di creare un movimento unitario di mobilitazione chi può si rifugia in libere professioni, gettoni ecc.
Così si manda a morire la passione, la sanità pubblica. Assunzioni, stabilizzazione di tutti i precari, reinternalizzazione dei servizi e dei lavoratori in appalto; aumento consistente del salario per tutti, miglioramento delle condizioni di lavoro, garanzia di salute e sicurezza. Non esiste una terza via per salvare la sanità pubblica.
Coordinamento Pubblico Impiego USB Veneto