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C’era Mario Draghi alla Fondazione Corriere il 21 febbraio, a tenere a battesimo ‘Un’Italia da Vignetta’, il libro in cui Emilio Giannelli con Paolo Conti ha raccolto alcuni dei disegni che raccontano lo spirito e il costume degli italiani.
“Nel nostro paese qualche volta è tollerata”, ha esordito Ferruccio de Bortoli, presidente di Forndazione Corriere, introducendo la presentazione che ha visto sul palco anche il direttore del quotidiano di Via Solferino, Luciano Fontana e in sala l’editore Urbano Cairo.
“Qualcuno ci rimane male”, ha scherzato de Bortoli, definendo Giannelli un “fustigatore” che “non fa sconti a nessuno”. Nemmeno al presidente Draghi, ha chiosato.
“Sono un ex ormai, non ho niente da chiedere”, ha esordito Draghi, replicando con un “tu lo dici” al provocatorio “mai dire mai” di de Bortoli, per un suo ritorno in politica.
“Le vignette di Giannelli sono essenziali, lineari”, ha continuato Draghi, definendo la matita dell’illustratore “appuntita, ma non feroce”.
“Divide il mondo in due categorie: i potenti e i normali, e con le sue caricature smaschera le recite del potere, mentre i normali guardano con stupore e distacco”.
Dalle vignette, ha proseguito l’ex presidente del Consiglio, “mi porto a casa che riesco a guardare al potere e ai potenti. Mi sento parte di quella recita”, anzi, “lo sono stato, ora lo non lo sono più, per chiarire. Ecco perché non faccio molta fatica a staccarmi dalla situazione in cui mi trovo e a guardarmi da fuori”.
“Io, ha continuato Draghi, anche per esperienze passate, cerco di non immaginarmi cose che non esistono e in questo senso sono un perfetto lettore di Giannelli: io sono quello, l’idraulico o un drago fiammeggiante. Niente di più. Quella o altre rappresentazioni mi ricordano chi ero, il mio posto”.
Per Draghi, “se uno guarda le vignette nel loro complesso, il tono è scanzonato, non contiene una condanna: è il tono dei normali che guardano con stupore le cose incredibili che avvengono tutti i giorni. Al posto dei politici italiani potrebbero esserci benissimo politici di altri Paesi: nella sostanza sono gli stessi. Uno dei messaggi di Giannelli è questo: sono tutti uguali”.
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