Una selva di pale eoliche sull’Appennino toscano.

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Appennino, Lupo (Canis lupus italicus)

Il 13 giugno 2023 l’associazione ecologista Gruppo d’intervento Giuridico (GrIG) ha inviato un atto di intervento con “osservazioni” nel procedimento di valutazione d’impatto ambientale (V.I.A.) concernente il progetto di centrale eolica Poggio delle Campane, proposto dalla società energetica romana Fri-El s.p.a. in mezzo ai boschi dei territori comunali di Badia Tedalda e Sestino (AR).

Boschi, pascoli, corsi d’acqua, prati e aree di grande valore naturalistico sull’Appennino toscano.

Otto aerogeneratori (potenza 6,2 MW ciascuno) per una potenza complessiva di 49,6 MW, cavidotti, sottostazioni, viabilità che interessano siti ben dentro la fascia di rispetto estesa tre chilometri dal limite delle zone tutelate con con vincolo paesaggistico (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.), posta dall’art. 47 del decreto-legge n. 13/2023 (c.d. decreto PNRR) convertito con integrazioni e modificazioni nella legge n. 41/2023, in attesa della prevista individuazione delle aree non idonee all’installazione degli impianti di produzione energetica da fonte rinnovabile.

Presenza, inoltre, di numerose aree naturali rientranti nella Rete Natura 2000, tutelate dalle direttive n. 92/43/CEE sulla salvaguardia degli habitat naturali e semi-naturali, la fauna e la flora e n. 09/147/CE sulla salvaguardia dell’avifauna selvatica: le zone speciali di conservazione (ZSC) “Sasso di Simone e Simoncello” (codice ZSC IT5180008), “Monti Sasso Simone e Simoncello” (codice ZSC IT5310003), “Monte Carpegna e Sasso Simone e Simoncello” (codice ZPS IT5310026), “Alpe della Luna” (codice ZSC IT5180010), ai sensi della direttiva n. 92/43/CEE sulla salvaguardia degli habitat naturali e seminaturali, la fauna e la flora, nonché la zona speciale di conservazione/zona di protezione speciale (ZSC/ZPS) “Versanti occidentali del Monte Carpegna, Torrente Messa, Poggio di Miratoio” (codice ZSC-ZPS IT4090006).

centrale eolica

Si tratta di pura speculazione energetica, si tratta di snaturamento dell’ambiente e della stessa identità dei luoghi, in un tratto dell’Appennino tuttora integro e di grande valore naturalistico. 

Cosa ben diversa sarebbe se fosse lo Stato a pianificare in base ai reali fabbisogni energetici le aree a mare e a terra dove installare gli impianti eolici e fotovoltaici e, dopo coinvolgimento di Regioni ed Enti locali e svolgimento delle procedure di valutazione ambientale strategica (V.A.S.), mettesse a bando di gara i siti al migliore offerente per realizzazione, gestione e rimozione al termine del ciclo vitale degli impianti di produzione energetica.

Siamo ancora in tempo per cambiare registro.

In meglio, naturalmente.

Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG)

Appennino, alba sotto la neve

(foto A.L.C., S.D., archivio GrIG)

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