Migliaia e migliaia di persone hanno partecipato alla manifestazione di sabato 25 marzo a Firenze in difesa dei lavoratori della GKN. L’USB ha portato il suo contributo concreto con la presenza di diverse centinaia di lavoratrici e lavoratori, tra i quali i portuali che hanno spostato da Roma a Livorno l’assemblea nazionale del mattino per poter partecipare più facilmente alla manifestazione. Una solidarietà concreta riproposta ai tavoli della vertenza GKN, sostenendo sin da subito l’intervento pubblico a salvaguardia dell’occupazione e dei salari.
Oggi la vertenza GKN, e con essa la manifestazione di Firenze, risulta diversa dalle precedenti, se non altro perché deve essere collocata nell’attuale contesto politico ed economico, caratterizzato da fattori interni e internazionali che non possiamo ignorare.
Le vertenze che riguardano la difesa dei posti di lavoro ci hanno abituato al degrado del sindacalismo tradizionale, alle lunghe trafile della gestione degli esuberi e alle ristrutturazioni fatte passare come parabole ineluttabili.
Nel corso di trent’anni la classe dominante italiana, industriali, complici politici e sindacali, ha svenduto il patrimonio industriale prevalentemente pubblico, fatto collassare le condizioni di lavoro e di salario delle operaie e degli operai che costituiscono la conoscenza e la capacità della manifattura.
Il modello liberista che ci colpisce è sempre quello delle multinazionali che depredano e scappano, quello dei vari Borgomeo, dei Jindall, dei Mittal e della Morselli. È il modello del privato, fraudolento e senza scrupoli, secondo il quale il governo Meloni in continuità con Draghi ha idea di impegnare i soldi pubblici lasciando la gestione agli speculatori privati.
C’è la necessità di rompere con queste compatibilità, rese ancora più esplicite dalla partecipazione della Meloni al congresso Cgil, confermando la convergenza sull’idea di un intervento pubblico che regala soldi agli industriali e schiaccia le condizioni dei lavoratori per favorire gli investimenti.
Ed è qui, proprio nelle vertenze della GKN, di Acciaierie d’Italia, nelle lotte esemplari, che si può manifestare qualcosa di diverso, un nuovo paradigma, un nuovo modello, che parli agli sfruttati e che rimetta insieme la forza organizzata del movimento operaio oggi materialmente frammentato. Nella difesa del posto di lavoro, nell’intervento pubblico nell’economia e nell’industria, nel rivendicare aumenti per le centinaia di euro che ogni mese mancano ai nostri salari, per condizioni di lavoro che mettano le nostre vite davanti al profitto, per la riduzione dell’orario di lavoro liberato dall’avanzamento tecnologico e che si schieri con forza contro la guerra e il traffico di armi.
Se in Francia la lotta a difesa delle pensioni si estende alla contestazione aperta e durissima delle politiche economiche è grazie al lavoro fatto dalla CGT più determinata, dalle organizzazioni sindacali, dai dirigenti e delegati che si sono messi in gioco a partire dal movimento dei gilet gialli e che oggi sono riconosciuti come lo strumento che rende efficace la lotta.
Se la classe operaia in Italia sconta una difficoltà di reazione, una parte di risposta sta nelle compatibilità imposte e accettate, che rendono più forte e odioso il comando e il ricatto padronale.
Siamo convinti che se c’è una possibilità di emancipazione quella si realizza nell’indipendenza delle organizzazioni del movimento dei lavoratori. Con questo spirito e questo progetto siamo e saremo a fianco dei lavoratori e delle loro lotte.
Unione Sindacale di Base – Lavoro Privato