Valle della Luna, due pesi e due misure.

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Nelle scorse settimane è stata sgombrata la comunità spontanea della Valle della Luna, sulla costa di S. Teresa di Gallura (SS), piccola valle ricca di macchia mediterranea e graniti nel promontorio di Capo Testa.

Sito di importanza comunitaria/zona speciale di conservazione (codice ITB010007) ai sensi della direttiva n. 92/43/CEE sulla salvaguardia degli habitat naturali e semi-naturali, la fauna, la flora, tutelata con vincolo paesaggistico (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.).

Si tratta di un ambiente delicatissimo, dove la piccola comunità libertaria presente tutto l’anno, durante la stagione estiva aumenta le presenze con il consueto contorno di rifiuti, scarichi, degrado.

Al di là delle migliori intenzioni e della filosofia di vita di tanti, l’assenza di servizi igienici e delle elementari cautele ambientali e sanitarie non rende possibile il campeggio libero di centinaia di persone.

Il Comune di S. Teresa di Gallura ha coordinato un intervento di sgombero dell’area e di bonifica ambientale con Polizia locale, Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale, Carabinieri.

Ora una cooperativa locale gestirà provvisoriamente il sito, poi non si sa.

A parte l’intervento massiccio – che fa da contraltare agli interventi svogliati e poco decisi nei casi di opere abusive a Rena di Ponente (2021) e a Rena Bianca (2022) – non è per niente chiaro il futuro della Valle e eventuali cambiamenti della disciplina della pianificazione paesaggistica, promossi dall’attuale Giunta Solinas, potrebbero portare mattoni e cemento.

Un servizio giornalistico di grande interesse di Gabriella Saba sul Venerdi di La Repubblica.

Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG)