Verso il piano Net-Zero, la bozza: «L’Ue dovrebbe produrre l’85% delle batterie entro il 2030»

1 year ago 66

L’Ue dovrebbe essere in grado di soddisfare almeno il 40% della domanda annuale europea di pannelli solari entro il 2030, l’85% per la tecnologia eolica, il 60% per le pompe di calore, l’85% per le batterie e il 50% per gli elettrolizzatori (dispositivi alimentati da energia elettrica in grado di separare l’idrogeno dall’ossigeno). Sono questi gli obiettivi previsti nella bozza del piano industriale Ue Net-Zero. Il testo, che deve ancora essere completato e verrà presentato il 14 marzo, vengono fissati i target di produzione per le tecnologie green considerati fondamentali per decarbonizzare l’economia continentale. L’obiettivo ultimo è riuscire così ad allontanare gli Stati membri dalla dipendenza di altri Paesi come la Cina. Sono 36 gli articoli che compongono il Net-Zero, racchiusi in sei capitoli: definizioni e obiettivi, investimenti e accesso al mercato, accesso ad una forza lavoro preparata, monitoraggio e governance.

I finanziamenti

Il testo dovrà essere approvato dalla Commissione e presentato poi a Strasburgo per la Plenaria dell’Eurocamera. Tra i primi punti viene indicato, si legge nella bozza, che l’Unione dovrà riuscire ad «aumentare la capacità produttiva europea e garantire la sicurezza dell’approvvigionamento di tecnologie a zero emissioni, sostenendo l’obiettivo di decarbonizzazione per il 2030». Per i finanziamenti, il piano ha previsto una task force ad hoc e specifica che una parte dovrà arrivare dai singoli stati. Non c’è, invece, alcun riferimento al cosiddetto Fondo di sovranità.

Il lessico e la valle industriale a zero emissioni

Nei primi articoli spicca anche una precisazione sul lessico. Per tecnologie a zero emissioni si fa riferimento alle tecnologie relative ai sistemi energetici che garantiscono emissioni di gas a effetto serra basse, nulle o negative durante il funzionamento, e i prodotti tecnologici finali, i componenti, i macchinari o gli assemblaggi installati nell’Unione. Che sono commercialmente disponibili e che contribuiscono all’implementazione o alla produzione di tecnologie a raggiungere l’obiettivo della decarbonizzazione. Poi si parla della «valle industriale a zero emissioni», ovvero un’area specifica designata sul terreno adatta all’espansione di impianti di produzione della filiera a zero emissioni che realizza prodotti a tecnologia zero.

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