“Voglio vendere i miei immobili, scrivimi”: la truffa corre su Facebook

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“Voglio vendere i miei immobili, scrivimi”: la truffa corre su Facebook. O meglio, un messaggio virale che appare nei commenti di molte pagine pubbliche, compresa la nostra.

 la truffa corre su Facebook

“Voglio vendere i miei immobili, scrivimi”: la truffa corre su Facebook

Va detto che la nostra è la pagina sbagliata, perché oltre alla segnalazione ci si becca un articolo per avvisare tutti della truffa.

“Voglio vendere i miei immobili, scrivimi”: la truffa corre su Facebook

Stiamo infatti parlando di un esempio da manuale di “scam 419” o “truffa alla Nigeriana“, dall’articolo del Codice Penale Nigeriano che sanziona questo genere di truffa.

Il genere di truffa è un caso di “confidence scam”, termine inglese basato per le truffe basate sui “contatti confidenziali”.

La “truffa alla nigeriana” è un’arte ormai consolidata da decenni con una serie di regole. Parte tutto da un truffatore con accesso ad un Internet Cafè. A volte, in casi più elaborati, da interi uffici, come quelli descritti da Scammer Payback con base in India, pieni di aspiranti truffatori.

In questo caso in cui ci siamo imbattuti nella nostra stessa pagina il truffatore finge di essere una persona gravemente inferma che, non fidandosi delle banche, propone di donarla ad un interessato.

La cosa unisce l’avidità di chi accetta la proposta ad un diffuso sentimento “antikasta” rendendo il presunto moribondo simpatico.

Come funziona

Questi comincerà immediatamente a richiedere somme di danaro allo scopo di “sbloccare la pratica”. Somme di danaro consistenti, ma inferiori alla presunta ricchezza che si propone di donare.

Nelle truffe più elaborate, censite da portali come i citati 419Eater e ScammerPayback, saranno introdotti un numero maggiore di personaggi (avvocati, contabili, familiari), ognuno necessitante di danaro per arrivare finalmente alla liberazione del denaro, da inviarsi mediante servizi di “Money Transfer” poco tracciabili.

A questo punto il gioco continua finché il truffatore riesce a convincere il truffato a fornire denaro.

Nei casi più gravi il truffatore potrebbe riuscire ad ottenere copie dei documenti di identità del truffato (dichiarando che servono per “formalizzare il trasferimento”) e i dati di un conto corrente dove “versare il danaro”.

In ogni caso il truffatore scomparirà quando avrà ottenuto soldi a sufficienza, oppure quando ottenuti documenti e dati di conto corrente, potrà passare a svuotare lo stesso e rivendere i documenti ottenuti sul “Deep Web”.

In alcune varianti del gioco il truffatore si presenterà invece come incaricato di ditte di servizi (Amazon, Norton, Google) che chiederà all’utente di aderire ad una procedura guidata per ottenere dei rimborsi o rimuovere abbonamenti “erroneamente” sottoscritti.

Il risultato è sempre lo stesso: ottenuti soldi e dati, il truffatore scomparirà.

Va rilevato che non sempre il truffato agisce mosso per avidità: molte varianti colpiscono soggetti deboli, come gli anziani e persone con poca dimestichezza con Internet, che a causa dell’umiliazione patita, e spesso anche minacce dei truffatori, si dimostrano restie a denunciare rimanendo con un danno spesso imponente.

Come posso difendermi?

Semplicemente non rispondendo.

In caso siate caduti nella truffa, l’unica soluzione è denunciare l’accaduto, cercando di bloccare ogni trasferimento monetario ed eventuali dati di carte di credito e conti consegnati.

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