Youth Climate Meeting 2024, la pace è rinnovabile

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#YCM24 “La pace è rinnovabile”: dalla spiaggia dell’Oasi dunale di Paestum (SA) l’azione oltre 300 giovani attiviste e attivisti di Legambiente.  

Obiettivo chiedere il cessate il fuoco in Palestina e Ucraina ricordando che un futuro di pace e giustizia climatica passa per lo “stop” dalla dipendenza delle fossili e l’accelerazione sulle rinnovabili. 

Legambiente: “Al Governo ricordiamo 4 priorità sui cui lavorare in vista dell’aggiornamento del PNIEC e della COP 29 in Azerbaijan: phasing out dalle fossili, No al nucleare, Si alle Rinnovabili, efficienza energetica, sviluppo di reti e accumuli ed efficace azione diplomatica a livello europeo” 

 

Una catena umana di giovani attivisti e attiviste che dal raffigurare pale eoliche passa a formare il simbolo della pace con un grido, forte e deciso: “La pace è rinnovabile”. Questo lo slogan dell’azione che ha animato ieri pomeriggio la spiaggia dell’Oasi dunale di Paestum (SA), a chiusura della VI edizione dello Youth Climate Meeting 2024, l’incontro annuale dedicato ai giovani attiviste e attivisti di Legambiente (e non solo) da tutta Italia, focalizzato su giustizia climatica e transizione ecologica. Un’iniziativa simbolica per chiedere lostop” delle guerre e un immediato cessate il fuoco in Palestina e Ucraina, ricordando che un futuro di pace e giustizia climatica è possibile solo liberandosi dalla dipendenza dalle fonti fossili e accelerando sulle rinnovabili, che non finanziano conflitti ma contrastano crisi climatica e caro bollette. Da Paestum è stata anche annunciata la grande mobilitazione che verrà organizzata in autunno da Legambiente, in sinergia con molte realtà associative e movimenti, in vista della COP29 a Baku in Azerbaigian (11-24 novembre), anticipando alcuni dei temi caldi su cui sarà importante ottenere risposte solide e immediate dalla prossima Conferenza sul clima. 

Quello che Legambiente lancia da Paestum è un appello al Governo italiano, proprio in vista della COP 29 e dell’aggiornamento del nuovo PNIEC (da consegnare alla Commissione Europea entro fine giugno), ricordando 4 priorità per lo “stop” alle guerre, una pacifica transizione ecologica e una maggiore giustizia climatica: 1) phasing out dalle fossili, abbandonando la visione fossile del “Piano Mattei”, cancellando e rimodulando i sussidi ambientalmente dannosi entro il 2030. 2) No al nucleare: anche nel caso dei piccoli impianti (SMR o AMR) rimane una tecnologia poco sicura e costosa, che rischia di traghettare l’Italia verso un modello di transizione energetica non sostenibile, facendole perdere tempo e risorse verso gli obiettivi al 2030. 3) Accelerare sulle rinnovabili, efficienza energetica, sviluppo di reti e accumuli. Importante rivedere, semplificare e velocizzare i processi autorizzativi delle rinnovabili e abbattere gli ostacoli burocratici, traguardando l’obiettivo del 91% di copertura nel settore elettrico entro il 2030 e del 100% entro il 2035. E, recependo la nuova direttiva europea, accelerare sull’efficientamento energetico del patrimonio edilizio per ridurre le emissioni di gas serra, i costi delle bollette e la povertà energetica. 4) A livello europeo una più efficace azione diplomatica, favorendo i negoziati per arrivare a un cessate il fuoco, una politica comune dell’accoglienza e della solidarietà e dando risposte concrete alla crisi umanitaria dovuta anche alle migrazioni forzate causate dall’emergenza climatica.  

“La spiaggia dell’Oasi dunale di Paestum si è trasformata in simbolo di pace e speranza – dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente -. Insieme ai giovani attivisti e attiviste chiediamo un futuro più giusto, equo, libero dalle guerre e dalla dipendenza delle fossili. Due facce della stessa medaglia in quanto il modello energetico prevalentemente incentrato sulle fossili, oltre che ad aggravare la crisi climatica, è alla base di gran parte dei conflitti armati che portano a morte, violazione di diritti umani, migrazioni forzate. Lanciamo l’appello al Governo italiano di un cambio di rotta immediato fatto di un definitivo phasing out dalle fossili, svincolandoci dalle dipendenze dalle fossili di tutti i Paesi, a partire da quelli in cui la democrazia è messa in discussione (si pensi alla Russia ma anche alla Libia, l’Algeria e l’Egitto); di “stop ai sussidi alle fossili” e a false soluzioni come il nucleare; di lavorare speditamente ad un modello di sviluppo sostenibile fatto di milioni di impianti alimentati a fonti rinnovabili, efficienza energetica, sviluppo di reti e accumuli, sfruttando tutte le potenzialità in primis il sole e il vento; anche semplificando il quadro autorizzativo per le rinnovabili, ulteriormente complicato dal decreto approvato qualche giorno fa sulle aree idonee che lascia troppe libertà alle regioni; e, a livello europeo, di svolgere un ruolo di apripista con relazioni internazionali e nazionali basate su pace e dialogo per attuare una pacifica transizione ecologica in tutti gli stati membri”. 

La VI edizione di Youth Climate Meeting si è tenuta dal 20 al 23 giugno presso l’Oasi dunale di Paestum (SA). Quattro giorni di oltre 20 eventi tra tavole rotonde, incontri informali, dibattiti e azioni con la partecipazione di oltre 300 giovani attivisti-e e il contributo di esperti per discutere di crisi climatica, giustizia ambientale, migrazioni climatiche, ecoansia, transizione alimentare e benessere animale, transizione energetica, pace e conflitti internazionali, diverse forme di attivismo ambientale e mobilitazione come l’ecotransfemminismo e la giustizia climatica. Tra gli ospiti: Mamadou Kouassi, Ex Canapificio e Movimento migranti e rifugiati di Caserta; Madi Keita, Centro Astalli; Djibril Dieme, Progetto Orto Mondo; Mattia Fonzi, Openpolis; Adham Jamjoum e Jalal Qafisha, International Palestinian Youth League; Luciana Castellina e Massimo Serafini, autrici del libro “Ambientalismi in movimento”; Laura Ferrari, The Good Lobby; Cosimo Tansini, European Environmental Bureau; Emma Pagliarusco, Young Environment Europe; Emanuele Genovese, Fridays For Future, Simone Bucchi, Vice Presidente CSVnet; Anna Toniolo, Fada; Ludovico Ottolina, Uds; Antonio Prestera, Reds;  Margherita Esposito, Udu; Simone Drogo, Link. Francesco Ferraro, ESN, Fridays For Future; Miriam Falco, Ultima Generazione; Irene De Marco, Asud. 

“Climate Justice 4 All”, realizzato con il finanziamento concesso dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali per l’annualità 2023 a valere sul Fondo per il finanziamento di iniziative e progetti di rilevanza nazionale ai sensi dell’art. 72 del Decreto legislativo n. 117/2017.  

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